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Cause della carenza di vitamina B12

La vitamina B12 (cobalamina) è una vitamina del gruppo B fondamentale per l'organismo in quanto contribuisce a mantenere sane le cellule del sistema nervoso e le cellule del sangue (globuli rossi), aiutando anche il corpo a produrre il DNA.

L'organismo, però, non è in grado di produrre autonomamente tale nutriente, quindi l'unico modo per ottenerlo è assumerlo attraverso l'alimentazione o l'apposita integrazione. La vitamina B12, infatti, è contenuta all'interno di molti prodotti di origine animale, come la carne, le uova e i latticini, ma si trova anche all'interno di alimenti arricchiti, come alcuni cereali, il pane e il lievito alimentare.

Le cause che possono portare alla carenza di questo prezioso nutriente, però, sono molteplici, così come lo sono i trattamenti per sopperire a tale mancanza. Di seguito saranno, quindi, analizzati i fattori che più comunemente inducono a uno stato carenziale e i possibili rimedi che il medico può suggerire per trattare con efficacia tale condizione, lenendo i sintomi e ripristinando il benessere dell'organismo.
 

    Le assunzioni giornaliere consigliate di vitamina B12 variano a seconda dell'età del soggetto. Generalmente, per i ragazzi (dai 14 anni in su) e gli adulti in buono stato di salute la dose raccomandata è di 2,4 mcg al giorno, mentre la quantità diminuisce al diminuire dell'età.

    Per coloro che hanno meno di 14 anni, infatti, le dosi raccomandate per un'assunzione adeguata sono:

    • 0,4 mcg dalla nascita fino ai 6 mesi;
    • 0,5 mcg dai 7 ai 12 mesi;
    • 0,9 mcg da uno a tre anni;
    • 1,2 mcg da 4 a 8 anni;
    • 1,8 mcg da 9 a 13 anni.

    È fondamentale notare che, per le donne, il fabbisogno aumenta in determinate fasi della vita. In particolare, si consiglia l'assunzione di 2,6 mcg per le donne in gravidanza e di 2,8 mcg durante l'allattamento.

    Per soddisfare tale fabbisogno, in genere, è sufficiente seguire una dieta varia ed equilibrata, ma vi sono molteplici fattori che possono interferire con l'assunzione e/o con l'assorbimento di tale nutriente all'interno dell'organismo. 

    Per quanto riguarda le fonti di vitamina B12, quindi, l'alimentazione rappresenta il fattore primario da considerare per assicurarsi un adeguato apporto quotidiano. In particolare, questo nutriente è contenuto negli alimenti di origine animale, come il pesce (vongole, sgombro, trota, ostriche, salmone, tonno), la carne (in particolare il manzo e il fegato), il pollame, le uova e i latticini (latte e yogurt magro).

    Gli alimenti di origine vegetale, invece, non contengono naturalmente la vitamina B12; alcuni di questi (detti alimenti fortificati), però, possono contenere "dosi aggiunte" di tale vitamina e rappresentano, quindi, un'ottima soluzione per garantirsi un'assunzione adeguata. Tra questi vi sono:

    • bevande vegetali (a base di soia, mandorle, avena, anacardi e cocco);
    • cereali per la prima colazione;
    • margarina e alcune creme spalmabili;
    • lievito alimentare;
    • tofu;
    • succhi di frutta;
    • yogurt privi di latticini.

    Per accertarsi che il prodotto contenga realmente la vitamina B12, però, è fondamentale leggere le informazioni nutrizionali riportate nelle etichette.

    È importante notare che la biodisponibilità stimata della vitamina B12 dagli alimenti (ovvero, il grado e la velocità con cui tale nutriente riesce ad agire nell'organismo) varia in base alla dose contenuta in ciascuno, in quanto il processo di assorbimento diminuisce drasticamente quando si supera la capacità del fattore intrinseco (1-2 mcg di vitamina B12). Inoltre, influisce sulla biodisponibilità anche la tipologia di alimento introdotto: nei latticini, infatti, la biodisponibilità di vitamina B12 è circa tre volte superiore rispetto a carne, pollame e pesce.

    Ulteriori possibili fonti di vitamina B12 sono gli integratori, sia i multivitaminici (che contengono vitamine del complesso B) che quelli contenenti esclusivamente la vitamina B12. La forma più comune di questo nutriente negli integratori alimentari è la cianocobalamina, anche se vi sono altre forme meno diffuse quali l'adenosilcobalamina, la metilcobalamina e l'idrossicobalamina.

    Oltre che sottoforma di integratore da assumere per via orale, la vitamina B12 può anche essere assunta nell'organismo tramite farmaci prescritti dal medico, solitamente iniettabili per via intramuscolare o in formato sublinguale.

    Si parla di carenza di vitamina B12, quindi, quando il fabbisogno giornaliero specifico dell'organismo non è soddisfatto tramite l'assunzione di tale nutriente.
     

    Esistono due principali motivi per cui si possono verificare stati carenziali di vitamina B12 [3.1]:

    • la dose di vitamina assunta non è sufficiente a soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero;
    • l'organismo non è in grado di assorbire o immagazzinare efficacemente tale vitamina.

    Assunzione insufficiente di vitamina B12

    Tra le principali cause di una carenza di vitamina B12 vi è l'insufficiente assunzione di tale nutriente attraverso l'alimentazione. Generalmente, coloro che seguono una dieta varia ed equilibrata non corrono il rischio di sviluppare stati carenziali di vitamina B12 legati a un'assunzione insufficiente; diverso, invece, è il caso di coloro che seguono diete restrittive o eliminano dal proprio regime alimentare determinati cibi, come la carne e i suoi derivati.

    Proprio considerando la tipologia di alimenti ricchi di vitamina B12, è evidente che le probabilità di incorrere in stati carenziali siano maggiori per coloro che seguono un'alimentazione vegetariana o vegana e non integrano appositamente questo nutriente con alimenti arricchiti o integratori specificamente formulati. Allo stesso modo, anche i neonati allattati da madri vegane possono sviluppare una carenza da vitamina B12.

    Malassorbimento di vitamina B12

    La carenza di vitamina B12 spesso è dovuta al mancato assorbimento di questo nutriente da parte dell'organismo. In questi casi, infatti, sebbene il soggetto assuma alimenti e/o integratori che contengono tale vitamina, il corpo non è in grado di assorbirla adeguatamente e, di conseguenza, si genera una carenza.

    Tra le principali cause che possono essere all'origine della difficoltà di assorbimento di vitamina B12 da parte dell'organismo vi sono:

    • anemia perniciosa: si tratta di una malattia autoimmune che colpisce la capacità dell'intestino di digerire la vitamina B12, in quanto il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule che rivestono lo stomaco, impedendo a queste ultime di produrre il fattore intrinseco, necessario per l'assorbimento della vitamina; senza fattore intrinseco, l'intestino non è in grado di assorbire la vitamina B12;
    • condizioni mediche che interessano l'intestino: patologie o disturbi a carico dello stomaco o dell'intestino possono interferire con l'assorbimento della vitamina B12 nel corpo. Tra queste rientrano la gastrite, il morbo di Crohn e la celiachia;
    • interventi chirurgici: la chirurgia bariatrica, così come altri interventi volti a ridurre le dimensioni dello stomaco o la lunghezza dell'intestino possono interferire con l'assorbimento della vitamina B12 nell'organismo;
    • farmaci: alcuni medicinali, quali per esempio gli inibitori della pompa protonica (prescritti per il trattamento di indigestione, bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo), impedendo la produzione di acido all'interno dello stomaco, interferiscono con l'assorbimento della vitamina B12;
    • abuso di alcol: elevati quantitativi di alcol possono danneggiare l'apparato digerente, portando a sviluppare una carenza di vitamina B12;
    • anzianità: l'assorbimento di vitamina B12 è spesso inadeguato nelle persone anziane in quanto con il passare del tempo l'acidità gastrica si riduce, causando una difficoltà nell'estrazione di tale nutriente dalle proteine della carne.
       

    La carenza di vitamina B12 può essere trattata somministrando al paziente dosi della vitamina stessa, spesso sottoforma di cianocobalamina (una forma artificiale di vitamina B12). L'opzione di cura scelta dal medico, però, varia anche in base alla causa sottostante perché vi sono casi in cui è sufficiente proseguire con il trattamento fino a che i livelli della vitamina tornano nella norma e altri in cui la terapia deve essere portata avanti per il resto della vita.

    Tra le principali opzioni di trattamento, a base di vitamina B12, vi sono:

    • farmaci da assumere per via orale;
    • iniezioni intramuscolari;
    • compresse o spray sublinguali.

    Generalmente, le opzioni preferite dai medici per trattare una carenza di vitamina B12 sono le iniezioni intramuscolo e le formulazioni sublinguali, in quanto entrambe permettono l'assimilazione della vitamina senza necessità che questa venga assorbita nel tratto gastrointestinale. Se somministrate in quantità adeguate (fino a 1.000 mcg per dose), comunque, anche le formulazioni assunte per via orale possono essere efficaci in molti casi. 

    Se, invece, la causa della carenza è legata a uno scarso apporto di vitamina B12 tramite l'alimentazione, modificare la propria dieta rappresenta un'opzione efficace. Quest'ultima, quindi, dovrà includere uova, carne, pesce, latticini e alimenti appositamente arricchiti con vitamina B12. Per chi pratica una dieta vegana, un'integrazione regolare di vitamina B12 diventa indispensabile.

    I pazienti in cura per carenza di vitamina B12, inoltre, devono sottoporsi periodicamente alle analisi del sangue allo scopo di monitorare i livelli di tale nutriente, fino a quando questi non rientrano nella norma.

    In qualsiasi caso, è fondamentale rivolgersi al proprio medico prima di intraprendere una terapia per trattare la carenza. Lo specialista, infatti, dopo aver valutato attentamente la storia medica del paziente, la sintomatologia riportata e tutti gli ulteriori fattori correlati alla condizione, nel corso di una visita saprà indicare al paziente l'opzione terapeutica più adatta alle proprie esigenze.

    Vi sono alcuni soggetti che corrono il rischio, più di altri, di sviluppare stati carenziali di vitamina B12. Tra questi:

    • anziani: è più probabile che le persone con più di 75 anni abbiano una carenza di vitamina B12, in quanto il loro organismo non è spesso in grado di assorbirla correttamente;
    • persone con disturbi dell'apparato digerente: coloro che soffrono di problematiche a carico dell'apparato digerente, quali il morbo di Crohn o la celiachia, possono sviluppare carenza di vitamina B12 legata alla difficoltà d'assorbimento;
    • vegani e vegetariani: poiché la vitamina B12 non è presente in alimenti di origine vegetale, chi segue regimi alimentari privi di cibi animali o derivati ha maggiori probabilità di sviluppare stati carenziali;
    • persone costrette ad assumere alcuni farmaci: tra questi vi sono i diabetici che assumono la metformina (farmaco ipoglicemizzante), le donne che utilizzano contraccettivi orali e coloro che assumono per lunghi periodi inibitori della pompa protonica o antagonisti dei recettori H2 dell'istamina;
    • soggetti con la sindrome di Sjögren, una malattia reumatica che interessa le ghiandole lacrimali e salivari, riducendo la secrezione nella saliva di proteine necessarie all'assorbimento di vitamina B12;
    • soggetti affetti da anemia perniciosa: questa patologia autoimmune, infatti, colpisce la mucosa gastrica e impedisce all'organismo di produrre il fattore intrinseco, impedendo l'assorbimento della vitamina B12;
    • persone che hanno subito un intervento chirurgico gastrointestinale: questi interventi possono causare la perdita totale o parziale delle cellule che secernono l'acido cloridrico e il fattore intrinseco, riducendo la capacità di assorbimento della vitamina B12 nell'organismo;
    • alcolisti: l'alcol danneggia l'apparato digerente, causando una possibile carenza di vitamina B12;
    • figli di donne vegane: i neonati allattati esclusivamente al seno da donne che non includono nella loro dieta alimenti di origine animale possono avere riserve estremamente basse di vitamina B12 nel corpo e andare in contro a una carenza. Quest'ultima, se non rilevata e trattata adeguatamente, può causare ritardo nello sviluppo, anemia e danni neurologici.
       

    Considerando i fattori di rischio, vi sono delle strategie che possono essere intraprese per prevenire la carenza di vitamina B12.

    Tra queste, il primo elemento da tenere in considerazione è sicuramente l'alimentazione: in soggetti sani, infatti, gli stati carenziali di questo nutriente possono essere prevenuti semplicemente attraverso il regolare consumo di alimenti e bevande che lo contengono. A tal proposito, per garantirsi un apporto di vitamina B12 sufficiente, è fondamentale includere nella propria alimentazione alimenti di origine animale o alimenti fortificati. Inoltre, possono rivelarsi utili anche gli integratori alimentari di vitamina B12, per i quali però è sempre consigliato richiedere un parere al farmacista o al proprio medico curante.

    Sempre in ottica di prevenzione, inoltre, è consigliato:

    • evitare l'alcol: il consumo frequente, infatti, può danneggiare il sistema gastrointestinale, compromettendo il regolare assorbimento di vitamina B12 da parte dell'organismo;
    • monitorare le problematiche a carico dell'apparato digerente: i soggetti che soffrono di una condizione a carico del sistema digestivo devono necessariamente seguire le indicazioni fornite dal loro medico per tenere sotto controllo il loro stato di salute.

    Infine, soprattutto se si rientra tra i soggetti "a rischio", è sempre fondamentale rivolgersi al proprio medico per un consulto in caso di comparsa di sintomi che possono far pensare a una carenza di vitamina B12. Tra questi rientrano: sensazione di debolezza o stanchezza, insolita perdita di peso, dolore alla bocca o alla lingua, perdita dell'appetito, pallore, intorpidimento o formicolio delle mani e dei piedi, difficoltà di concentrazione e affaticamento mentale, sensazione di confusione, difficoltà di memoria e problemi alla vista. Il medico, tramite esami e test dedicati, sarà in grado di fare una diagnosi appropriata e indirizzare il paziente verso la terapia più idonea.